16nov 2020
DEGUSTAZIONE CON IL PRODUTTORE: I BRUNELLO SILVIO NARDI
Emilia Nardi ci parla della sua Azienda e ci presenta alcune sue etichette
Articolo di: Fabiano Guatteri

I vini in breve

Tenute Silvio Nardi
Rosso Montalcino 2018 (foto 2)
Il vino affina 6 mesi in botti di rovere di 100 hl e la produzione è di 50 mila bottiglie. In bocca è un’espressione estremamente rappresentativa del sangiovese. Profumi di frutta piccola più che grossa, ribes, frutti di bosco, ciliegia e lieve speziatura. In bocca sorso teso, fresco con tannini integrati, piacevole bevibilità. Con primi piatti saporiti, pesci grassi, cucina speziata.
Brunello di Montalcino 2015
Il Brunello base nasce dall’assemblaggio di circa 30 vini. Affina in tonneau di rovere francese per 12 mesi, poi in botti di 50 ettolitri di rovere di Slavonia per altri 12 mesi, quindi un anno in bottiglia. Colore rosso rubino con sfumature granate. Profumo di prugna, di ciligia in composta. In bocca è fresco tannino impaziente, ma composto. Con bistecca alla brace, bollito misto
Brunello di Montalcino Manachiara 2015
Il vino affina per 18 mesi in tonneau di rovere francese, seguiti da 6 mesi in botti di 50 hl di rovere di Slavonia, quindi in bottiglia per 2 anni. Rosso rubino granato, ha profumi di frutta, di prugna, di confettura di lampone, oltre a note floreali. E’ complesso ha corpo, spalla. Il sorso si allarga in bocca, intenso caldo, senza asperità, con tannini soffici. Da stappare con guancia di manzo brasata
Poggio Brunello di Montalcino Poggio Doria 2015
Affinato come Manachiara. Impatto robusto, frutta matura, prugna ciliegia sotto spirito, spezie, chiodo garofano , sentori di cuoio. In bocca è vigoroso, morbido, fresco, elegante. E’ l’esprit del vigneto, una vino fortemente identitario, potente e armonico.
Con brasati e stracotti e con formaggi stagionati


Emilia Nardi, in rappresenta della Tenute Silvio Nardi, ha presentato alcune sue etichette in occasione di un incontro su piattaforma Zoom organizzato dall’agenzia di comunicazione Thurner di Firenze.

 

Emilia Nardi è la figlia del fondatore, Silvio, industriale umbro nel comparto metalmeccanico che nel 1950 acquistò una tenuta a Montalcino. Conosceva la località, nonostante che all’epoca fosse poco nota, in quanto comprava i vini dal produttore storico di Brunello Biondi Santi, per i regali aziendali e alla cantina proponeva le proprie attrezzature agricole. Di fatto all’epoca la nobiltà agricola stava svendendo le proprie aziende tant’è che la famiglia Conte De Vecchi cedette a Silvio Nardi l’Azienda di Casale del Bosco che è una grande casa a Montalcino nella parte nord-ovest in mezzo ai boschi e ai suoi piedi si estende una parte di seminativi. La scelta di produrre vino nacque quasi per caso nel corso di una cena a Montalcino in cui erano presenti oltre a Biondi Santi gli altri viticoltori locali che all’epoca erano cinque o poco di più. Nell’incontro fu proposto a Silvio Nardi, visto che aveva acquisito Casale, di diventare produttore di vino e Nardi, che era un uomo d’affari, ben sapeva l’importanza della terra in qualsiasi tipo di coltivazione.

 

A ben vedere Tenute Nardi rappresentano la storia dell’agricoltura contemporanea del dopoguerra in Italia: un industriale, quindi, acquista una terra, e compra piano piano un campo dietro l’altro in quanto con l’abolizione della mezzadria i proprietari, non disponendo più dei mezzadri, vendevano le proprie terre. Così dagli originari 400 ettari di Casale la tenuta arrivò a 840 ettari.

 

Casale, offriva rossi eleganti, ma c’era bisogno anche di vini un po’ più di spalla che Silvio Nardi cercò e trovò a est in due poderi, a Manachiara e a Pinzale che acquistò rispettivamente nel 1962 e nel 1965 e successivamente comprò Colombaiolo zona di vini di grande struttura.

 

Le Tenute hanno una peculiarità, ossia sono un complesso mosaico di suoli diversi grazie alla variegata formazione geologica tant’è che nei 36 vigneti di proprietà si contano 25 tipi di suolo riconducibili a cinque macrovarietà.

 

Secondo la dislocazione troviamo parcelle con terreni rocciosi e marne che poi finiscono in galestri, quindi arenarie, argille, terreni rossi determinati dalla presenza di fossili di pesci che sono tipici di Montalcino dove si trovano anche conchiglie, suoli vulcanici.

 

Casale del Bosco ha accresciuto la propria superficie vitata, in quanto si sono aggiunti altri ettari alla fine degli anni 90 così dai 55 iniziali si è arrivati agli 82 ettari odierni. Ogni singola parcella è vinificata separatamente, dove per parcella si intende un appezzamento che garantisca 100 quintali di uva congrua, vale a dire che abbia una propria caratteristica.

 

L’Azienda per il Brunello non acquista né uve, né tantomeno vini. Le Tenute comprendono due aziende per un totale, come detto, di 36 vigneti: sono tante anime che trovano la migliore espressione con Manachiara a est e Poggio Doria a ovest, come vedremo, mentre il Brunello base è un assemblaggio dei Brunello che vengono dalle varie zone di Montalcino in cui sono dislocati i vigneti. Le due aziende potrebbero essere divise in più sottozone.

 

A ovest Casale con i vigneti posti su due altitudini diverse così che si va dai 250 ai 400 metri, poi Cerralti, Sassi e Poggio Doria mentre a est si trovano Pinzale, Manachiara e Colombaiolo. I vini delle varie parcelle sono tenuti integri sino a 2 anni prima dell’imbottigliamento, salve qualche assemblaggio così da arrivare a 30 campioni che sono trasportati a Bordeaux dove avviene l’assemblaggio.

 

Nardi è molto attenta alla qualità delle uve. E’ stata tra le prime aziende a portare a Montalcino le maturità fenoliche (che riguarda la concentrazione fenolica in bucce e vinaccioli). Un importante lavoro, che risale al 1995, è la zonazione, che implica l’analisi dei terreni, la quale ha preceduto il reimpianto dei vigneti e oggi si è alla seconda generazione ricreata dal 1997-1998 che l’Azienda non ha ancora finito di reimpiantare. Ora, grazie al reimpianto scalare, i vigneti hanno raggiunto la giusta età che va dai 10-12 ai 20 anni che è l’ottimo per ottenere un Sangiovese di qualità. I vini Nardi sono la voce dei propri vigneti. In vinificazione sono effettuati test di maturità fenolica per tutti i vigneti con tre test dalla prima settimana di settembre sino ad arrivare alla raccolta. Alcuni vigneti sono destinati alla produzione del Rosso, altri a quella dei Brunello. Per non disperdere il patrimonio ampelografico, l’azienda ha effettuato una selezione clonale: dalle prime 120 piante madri si è arrivati tre anni fa alla registrazione di 5 cloni che portano il nome aziendale e che fanno parte del parco nazionale ampelografico del sangiovese grosso riconosciuto dal Ministero dell’Agricoltura, dove i cloni accreditati sono circa 120.

 

I vini degustati
Abbiamo degustato nell’ordine Rosso di Montalcino 2018, Brunello di Montalcino 2015, Brunello di Montalcino Manachiara 2015, Brunello di Montalcino Poggio Doria 2015 (foto 1).
Le uve sangiovese di tutti i vini sono raccolte a mano, quindi passano su un tavolo di cernita. La fermentazione si svolge mediamente in 7-10 giorni e i vini svolgono anche la fermentazione malolattica.

 

Rosso Montalcino 2018 (foto 2)


Emilia Nardi tiene a precisare che il Rosso non è un baby Brunello: appartiene alla stessa famiglia ma ha caratteri diversi, semmai è il fratello minore. Infatti è prodotto con le uve dei vigneti più giovani, da vigne radicate in terreni che danno vini meno impattanti in quanto a spalla e a pienezza. Inoltre sono utilizzate soprattutto le uve dei vigneti collocati a nord ovest, che è la parte più fredda e la combinazione di questi elementi enfatizza la bevibilità di questo vino, perché è così che si vuole che sia, grazie anche alla freschezza.
La macerazione post-fermentativa ha una durata di 18 -21 giorni, quindi ha luogo la malolattica.
Il vino affina 6 mesi in botti di rovere di 100 hl. 

 

Note gustative
In bocca è un’espressione estremamente rappresentativa del sangiovese. Colore rubino intenso. Profumi di frutta piccola più che grossa, ribes, frutti di bosco, ciliegia e lieve speziatura. In bocca sorso teso, fresco con tannini integrati, piacevole bevibilità che non richiede interpretazioni ed è schietto.

 

Abbinamenti
Primi piatti saporiti, pesci grassi, cucina speziata anche vegetariana, oltre a carni bianche.

 

Produzione

 50 mila bottiglie

 

Prezzo

12-13 euro la bottiglia

 

Brunello di Montalcino 2015 (foto 3)
Il Brunello base nasce dall’assemblaggio che riunisce le anime delle due aziende: fino a tutta la fermentazione alcolica non cambia molto rispetto al Rosso, mentre la post-fermentazione va da 25 giorni sino a 30 giorni di macerazione, un periodo lungo perché dopo circa 15 giorni si estraggono le parti più morbide, ossia le mannoproteine che vengono liberate dall’uva. Successivamente hanno luogo le svinature, la fermentazione malolattica, e si cominciano a effettuare gli assemblaggi dei vigneti più vicini tra loro. E’ prassi che i vini prodotti con una sola varietà di uva e da zone diverse vengano sottoposti ad assemblaggi progressivi. Il vino affina in tonneau di rovere francese per 12 mesi, poi in botti di 50 ettolitri quasi tutte nuove di diversi roveri di Slavonia per altri 12 mesi, quindi un anno in bottiglia. Ma prima, ossia dopo 2 anni, hanno luogo, come detto, gli assemblaggi veri e propri partendo dai dei campioni portati a Bordeaux. L’azienda vuole dare vita, come spiega Emilia Nardi, a un vino da subito pulito, equilibrato adatto cioè all’invecchiamento perché i difetti nei vini con il tempo anziché attenuarsi, peggiorano. “Talvolta si rischia di essere un po’ ordinatini” precisa Emilia Nardi “magari manca quel difettino, quella calza smagliata che rende sexy una donna, ma così facendo sappiamo che il vino invecchierà al meglio, perché il Brunello ha bisogno di tempo in bottiglia per acquisire una sua saggezza e suadenza”. 

 

Note gustative
Colore rosso rubino con sfumature granate. Profumo di frutta più grossa rispetto al rosso, di prugna, ma ancora ciliegia però cotta, in composta, oltre a note vanigliate. In bocca è fresco tannino impaziente, ma composto.

 

Abbinamenti
Bistecca alla brace, bollito misto, primi piatti saporiti

 

Produzione 

100 mila bottiglie

 

Prezzo

30 euro la botiglia

 


Brunello di Montalcino Manachiara 2015 (foto 4)
Nel 1995 Tenute Nardi cominciarono a vinificare i singoli vigneti separatamente e questa pratica confermò che il podere Manachiara, ossia Mattina chiara, poggio che versa in direzione est, in pratica un cru, dava un gran vino,. Le viti radicano in un suolo di arenarie e scisti; di grande qualità e il vino viene prodotto solo nelle grandi annate. Ai giorni di fermentazione, seguono i 25-30 giorni di macerazione post-fermentativa. Il vino affina per 18 mesi in tonneau di rovere francese, seguiti da 6 mesi in botti di 50 hl di rovere di Slavonia, quindi in bottiglia per 2 anni. 

 

Note gustative
Rosso rubino granato, ha profumi di frutta, di prugna, di confettura di lampone, oltre a note floreali. Esprime la complessità dei vini prodotti a nord-est, ha corpo, spalla. Il sorso si allarga in bocca, intenso caldo, senza asperità, con tannini soffici, grazie alla maturazione compiuta delle uve.

 

Abbinamenti
L’acidità del sangiovese ha bisogno di cibi grassi come pesce elaborato; Emilia Nardi suggerisce la guancia di bue brasata, ma anche un piatto meno strutturato come una zuppa ceci purché condita con un buon extravergine d’oliva, che in Toscana, siamo noi ad aggiungere, non manca. Poggio Brunello di Montalcino

 

Produzione

6 mila bottiglie

 

Prezzo

85 euro la bottiglia

 

Brunello di Montalcino Poggio Doria 2015 (foto 5)
Il poggio al tramonto riproduce riflessi dorati, da qui il toponimo. Posto a nord ovest è il vigneto più a ovest delle Tenute. Mentre l’Azienda procedeva con le zonazioni, la madre di Emilia Nardi indicò quell’appezzamento lontano e dimenticato, come luogo per mettere a dimora un vigneto. Il suolo è pietra nera vulcanica mista ad argilla. Furono così selezionati alcuni cloni con cui vitare il terreno. A Montalcino è un vigneto unico e dà un vino diverso da quello canonico, ma di alto profilo qualitativo. Come Manachiara dopo 25-30 giorni di macerazione postfermentativa affina per 18 mesi in tonneau di rovere francese , seguiti da 6 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia. Successivo affinamento in bottiglia per 2 anni. 

Note gustative
Impatto robusto, frutta matura, prugna ciliegia sotto spirito, spezie , chiodo garofano , sentori di cuoio. In bocca è vigoroso, morbido, fresco, elegante un 2015 da dimenticarsi in cantina perché merita di essere degustato tra qualche anno. Il vino è l’esprit del vigneto, una vino fortemente identitario, potente e armonico.

 

Abbinamenti
Sicuramente brasati e stracotti ma anche, come suggerisce Emilia Nardi formaggi stagionati, come un Pecorino di Pienza.

 

Produzione

3 mila bottiglie

 

Prezzo

85 euro la bottiglia

 

Vorremmo concludere con un accenno al Chianti Colli Sensi Nardi. Fa parte della storia aziendale. Prodotto da sempre, non ha l’allure del Brunello, ma è molto rappresentativo. E’ un sangiovese, è prodotto a Casale del Bosco ed è un vino di facile beva e non ha nulla di pretenzioso. E un rosso che berremmo anche fresco di cantina magari per accompagnare una zuppa di pesce, o, meglio, un cacciucco o con gli antipasti toscani.


Conclusione
Degustando i vini Nardi ciò che emerge è lo stile garbato. Non si cerca di produrre vini segnatamente austeri, quanto piuttosto eleganti, nobili, senza però rinunciare a una necessaria struttura. E’ il trionfo del sangiovese enfatizzato, nella sua immediatezza, dal Rosso. La visione corale delle tenute è fornita dal Brunello base con un intessersi di note eleganti e complesse. Sono due vini estremante identitari Manachiara e Poggio Doria, quest’ultimo insolito, sorprendente, assolutamente da provare, mentre Manachiara si identifica meglio con le caratteristiche organolettiche del Brunello canonico, però, come detto, si sente che viene da una scuola dove si insegnano anche garbo ed eleganza.

 

Nella foto 6 Emilia Nardi in un momento dela degustazione.

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Indirizzo : Casale del Bosco Montalcino
Telefono : +39 0577.808269
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