08ott 2022
ELEMENTO INDIGENO E DRINK WINES, NOT LABELS ANNATA 2021
Articolo di: Fabiano Guatteri

Abbiamo incontrato all’ Osteria alla Concorrenza di Milano Alessandro Salvano, figlio d’arte di produttori di vino che operano da 3 generazione. Dotato di forte spiccata intraprendenza ha dato vita nel 2019 al progetto dwnl - Drink Wines, Not Labels, ossia vini con etichetta in bianco, e già questo particolare è ampiamente rivelatore di un’impostazione quantomeno non convenzionale.

 

 

La genesi


Nel 1980 furono tracciati i confini della zona di produzione del Barolo comprensiva di 11 comuni. La proprietà della famiglia di Salvano, per pochi metri, non venne inclusa e pertanto il vino qui prodotto pur utilizzando le stesse uve del blasonato Barolo, e anche rispettando il disciplinare di produzione, non può così denominarsi. Alessandro Salvano nel 1980, non era ancora nato, ma cresciuto nella cultura del vino una volta diventato “grande” valutò che quell’esclusione fosse arbitraria e che lui non ci sarebbe stato. O meglio, avrebbe traformato quello svantaggio in un’opportunità per approcciare il mondo del vino in modo non convenzionale. E così, veniamo a oggi, nasce l’idea di produrre un vino abbigliato con un’etichetta bianca con scritto in calce in corsivo drink wines, not labels in inglese o in altre lingue. Attualmente sono disponibili sul mercato tre referenze dell’annata 2021 ossia Langhe Nebbiolo, Langhe Rosso e Langhe Chardonnay . La caratterizzazione di questi vini non è solo nella “non etichetta”, ma anche nella vinificazione che avviene a grappolo intero, ossia senza essere diraspato. In questo modo i raspi comunicano al vino maggiore aromaticità, ma anche un più elevato apporto di tannini, per cui occorre saper gestire la macerazione in modo da evitare concentrazioni tanniche.

 

Si tratta di una pratica un tempo molto diffusa, poi abbandonata e ora parzialmente ripresa, presente in Borgogna laddove impera il pinot nero, uva poco tannica e pertanto la macerazione a grappolo intero va a completare i tannini degli acini. La conduzione del vigneto Salvano non utilizza diserbanti o concimi chimici, mentre in cantina sono utilizzati lieviti indigeni e il vino non è sottoposto a chiarifiche e filtrazioni. Nascono così vini di grande bevibilità in tendenza con le richieste del mercato.

 

Abbiamo degustato i tre vini che sono prodotti utilizzando tutti la stessa procedura che comprende 11 giorni di fermentazione-macerazione dei grappoli.

 

L’etichetta anonima, invita a una degustazione alla cieca, ossia senza preconcetti così da poter meglio entrare nell’esprit del vino, approcciandovisi con i sensi ben desti ossia con una maggiore attenzione.

 

 

I vini degustati

 

Abbiamo degustato i tre vini accompagnati dagli stuzzicanti piatti dell’Osteria in una piacevole atmosfera d’antan (foto 1).

 

Langhe Nebbiolo 2021
Il nebbiolo è un vitigno notoriamente ricco di tannini e pertanto il vino può rivelarsi particolarmente ruvido. Questo Nebbiolo è al contrario un vino molto scorrevole, con una piacevole spina acida che allunga il sorso senza che questo possa essere frenato dalla trama tannica che è ben integrata considerato che si tratta di un vino molto giovane. Sono riconoscibili alcune caratteristiche comunicate del vitigno come il fruttato che vira alla prugna, alla ciliegia, oltre a ricordi floreali di rosa e di viola.

 

Langhe Rosso 2021
È prodotto con uve dolcetto e forse pensando anche a questo vino che Alessandro Salvano ha pensato a un’etichetta vuota, proprio perché, rispetto ai vicini Barolo, Barbaresco e Nebbiolo, non si possa considerare figlio di un’uva minore. Infatti degustandolo alla cieca si avverte in tutta la pienezza il carattere scorrevole, morbido, rotondo e, da non sottovalutare, anche conviviale, con note minerali saline che rendono ancora più piacevole il sorso.

Langhe Chardonnay. Un calice ricco di personalità, ben sfaccettato con una propria struttura e complessità che nulla tolgono alla beva scorrevolezza della beva. Al naso propone un paniere di frutta fresca anche esotica come l’ananas, oltre a note agrumate, ricordi di mela succosa, sfumature di fiori bianchi. Il terreno comunica anche in questo vino piacevoli note saline che bene si intessono alla freschezza.

 

A questi si aggiungerà presto il vino in divenire Outside, che bene interpreta la sfida ai confini della DOCG. Si tratta di un rosso prodotto con uve nebbiolo come un Barolo, denominato Outside, ossia “fuori” con allusione ai confini. Viene affinato 38 mesi come prevede il disciplinare del Barolo dei quali 2 anni in legno e sarà commercializzato a partire da marzo 2023. Sarà allora interessante proporre orizzontali alla cieca con i Barolo Docg.


Ma come acquistare questi vini se l’etichetta è anonima? La controetichetta fornisce tutte le indicazioni di sorta (foto 2).

 

 

Elemento indigeno

 

I vini dwnl fanno parte del catalogo Elemento Indigeno, il progetto di Compagnia dei Caraibi  dedicato ai vini internazionali.

I numeri di Elemento Indigeno: 8 macroaree, 65 regioni enologiche, 27 paesi, 74 produttori ed oltre 330 referenze il catalogo di Elemento Indigeno è un vero e proprio diario di Atlante, un viaggio attraverso i continenti che racconta il vino come pura espressione di un patrimonio antropologico e culturale e connettore globale.

 

Elemento Indigeno viaggia, legge le pagine dell’universo del vino, esplora territori e incontra popoli che raccontano il loro modo di vivere e di produrre vino. Prende appunti e raccoglie emozioni come un vero “Wine Explorer”, per selezionare le migliori etichette, le tendenze e le novità del momento dell’universo vino, col fine di offrire al pubblico un’esperienza non convenzionale, di qualità ma accessibile a tutti.

 

Al centro della ricerca, i produttori; coloro che con la propria passione e competenza raccontano in forme e prospettive diverse un concetto comune: l’amore per il vino. Il tutto sintetizzato nel claim del progetto, The World is Wine.

tto la forte impressione che ci hanno comunicato questi vini estremamente caratterizzati. Raccontano il proprio territorio in modo inequivocabile: ciò che produce il vigneto è quanto abbiamo trovato nella bottiglia senza alchimie di cantina, ma nel rispetto totale delle uve. In alcuni casi sono vini eroici, ottenuti in condizioni ambientali estreme: pendii scoscesi talvolta cesellati da stretti terrazzamenti dove il lavoro è solo manuale e le ore lavorative che richiede il vigneto è notevolmente superiore alla media. E i vini sono forgiati da tutto ciò, sono forgiata dalla terra vulcanica. Vorremmo definirli vini guerrieri definiti dal forte carattere e dall’immensa generosità.

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