26apr 2024
Degustazione di sei vini iberici selezionati da Proposta Vini
Articolo di: Fabiano Guatteri

Abbiamo partecipato a un digital tasting che ha avuto per focus sei vini iberici selezionati da Proposta Vini.  L’incontro, organizzato dall’agenzia di comunicazione Vino à La Carte  e moderato dalla giornalista Francesca Negri, è stata l’occasione per conoscere cinque etichette spagnole e una portoghese. Hanno partecipato all’incontro Gianpaolo Girardi fondatore di Proposta Vini, Sergio Campolo che si occupa dei social e della comunicazione, Gianluca Telloli, selezionatore dei vini della casa distributrice, Clément Cantenys e Stephane Rebollo i selezionatori dei vini della penisola iberica.

 

Ma prima di entrare nel merito dei vini, Giampaolo Gilardi ha illustrato i criteri di ricerca enologica adottati. Ha così precisato che più del 95% dei vini in catalogo proviene da piccoli produttori, preferiti alle grandi aziende per il loro rapporto diretto con il vigneto così da avere il controllo della materia prima che è il presupposto per produrre vini di qualità. Sono, questi, i depositari di una cultura enologica ancestrale, trasmessa di generazione in generazione, la più rappresentativa del territorio, senza considerare che producono a loro nome e cognome, cioè, come si suole dire, mettendoci la faccia.

 

Ma oltre ai piccoli produttori, ultimamente sono considerati i monasteri, gli ordini ecclesiastici, che alla fine dell’antichità, coincisa con le epocali migrazioni barbariche, erano i soli a coltivare la vite per l’utilizzo del vino nelle funzioni religiose e hanno continuato a coltivarla nei secoli salvaguardando un importante patrimonio viticolo.

 

Con questo approccio selettivo sono state scelte le etichette in degustazione (foto 1) che suggeriscono un viaggio immaginario attraverso la penisola iberica, scoprendo alcuni territori vinicoli del Portogallo, della Catalogna, dell'Andalusia e della Rioja.

 

I vini della selezione 

 

Serral del Vell Brut Nature Corpinnat 2017 Recaredo (foto 2)
La cantina Recaredo si trova poco lontana da Barcellona, nel Penedès, la zona vitivincola a vocazione spumantistica nota per i Cava, gli spumanti metodo classico iberici. La storia viticola di questa area ha visto una progressiva crescita quantitativa della produzione che andava, e va,  a rifornire, a prezzi competitivi, anche i mercati delle ex colonie spagnole e comunque una fascia di mercato che richiede prodotti di grande accessibilità. Ciò a ha portato a un aumento della produzione con conseguente ampliamento della superficie del vigneto uscendo così dai confini della zona originaria più vocata a discapito dell’identitarietà dei vini. Pertanto nel 2019 nel cuore del Penedès sei produttori hanno dato vita al progetto Corpinatt (cuore del Penedès) un Marchio Collettivo Europeo istituito allo scopo di conferire al proprio prodotto la dignità necessaria per poter rappresentare l’alternativa valida ai metodo classico italiani, agli champenois e ai crémant francesi, in un’area di produzione ristretta, posta a una più elevata altitudine rispetto alla media altimetrica locale.

 

Recaredo, la cantina motrice del marchio, produce una linea di spumanti metodo classico (con prreesa di spuma sui lieviti che va da 30 mesi a 20 anni) con conduzione del vigneto, oltre che biologica, dal 2006 biodinamica, certificata Demeter.
Serral del Vell è prodotto con uve xarello e macabeu provenienti dall’omonimo vigneto vinificate separatamente. Dopo la fermentazione il vino ottenuto dalle uve macabeu matura in acciaio inox, mentre lo xarello è elevato in piccoli legni.
All’assemblaggio segue la rifermentazione di lunga durata in bottiglia con chiusura con tappo di sughero e staffa come voleva la vecchia scuola Champagne. Alla degustazione è cremoso e potente, con profumi di frutta secca e candita e con finale leggermente amarognolo.

 

 

Apelido Branco 2021 Miguel Louro (foto 3)
Come spiega Stefan Rebollo, è ormai una moda in Portogallo preferire i vini di viticoltori giovani che hanno lavorato e studiato in Europa, propositori di un nuovo stile. È il caso di Miguel Louro, che dopo essere stato in Francia, in Italia e in Germania, è tornato nell’azienda di famiglia con nuove idee evidenziando un gap enologico generazionale. Siamo a Estremos, cittadina dell’Alentejo a est di Lisbona. Qui Miguel Louro, di ritorno dai suoi viaggi, mette a dimora 5 ettari di vigneto a 300-400 metri di altitudine e produce Apelido con uve arinto 35%, roupeiro 30%, alvarinho 20%, verdelho 15%. La vinificazione prevede la criomacerazione sulle bucce per 24 ore cui segue la fermentazione in acciaio inox a temperatura controllata tra 14-16 °C.
È un vino fresco con profumi  agrumati  citrini, frutta a polpa bianca e in bocca è  è vibrante con note minerali finali.

 

 

Diapiro Arabako Txakolina 2021 Tantaka (foto 4)
L’azienda, ci descrive, Clément Cantenys, si trova ad Artómaña, località poco distante da Bilbao a 10 km dalla costa atlantica dove il respiro dell’Oceano ha una forte influenza sul clima e sulla piovosità. La denominazione Arabako Txakolina è stata riconosciuta nel 2002 e conta solo sei produttori su una superficie di 95 ettari. La casa produttrice, Tantaka, con sei ettari di vigneto, è stata fondata nel 2017 da un sacerdote che la gestisce personalmente. Il vino nasce da uve a bacca bianca hondarribi zuri completate da petit courbu. Si tratta di vitigni antichissimi, con tutta probabilità preromani considerato che l’impero non arrivò sin qui. La vinificazione è in bianco innescata da lieviti indigeni e il vino matura sette mesi sui lieviti fini in vasche inox. Alla degustazione nel calice rivela la tipicità dei vini baschi, definita da verticalità croccante e da una nota iodata che vira al salino. L’acidità è le note salmastre sono date dall’ hondarribi zuri, mentre il petit courbu comunica complessità, frutto e note ossidative. Ci piace la tensione salata e acida del sorso, con note agrumate. Ha notevole capacità di invecchiamento.

 

 

Les Brugueres 2022 La Conreria d’Scala Dei (foto 5)
Siamo nel Priorat, una delle denominazioni più antiche della Spagna, nata nel 1954 che si fregia della DOQ Denominazione di Origine Qualificata la più restrittiva, destinata al top della viticoltura spagnola. La Conreria è stata fondata nel 1987 e dispone di 52 ettari vitati; produce soprattutto vini bianchi e tra questi Les Brugueres da uve garnacha blanca, di 24 vigneti suddivisi in 5 villaggi. Il clima è mediterraneo estremo con temperature estive che raggiungono picchi di 40-43 gradi. I filari arrivano a 700 metri s.l.m. e l’equilibrio dei vini è proprio legato all’altitudine dei vigneti. Va ancora detto che i suoli sono di ardesia, llicorella  che è il terreno che caratterizza Priorat, e in misura minore calcarei. La vite, per sopperire alla siccità, sviluppa un apparato radicale che può arrivare sino a 10 metri di profondità. La vinificazione prevede una prefermentazione macerativa di 15 ore, quindi viene svolta la fermentazione in vasche di acciaio con lieviti indigeni a 17-18 °C; il vino matura sempre in acciaio per 9 mesi sui lieviti nobili, prima dell’imbottigliamento.

Nel calice è intenso, con ricordi fruttati, frutta tropicale, albicocca oltre a nuance di menta; strutturato, l’impatto gustativo morbido è ben equilibrato da note fresche.

 

 

Roja Reserva 2016 Monasterio de Yuso (foto 6)
La Rioja è una delle zone vitivinicole spagnole più conosciute, grazie soprattutto ai vini rossi. Si colloca a nord, a un centinaio di chilometri dall’ Atlantico, lungo il fiume Ebro ed è suddivisa in tre sottozone: Rioja Alavesa (Basca), Rioja Alta e Rioja Baja. Monasterio, oggi una fondazione, di trova nella Roja Alta, per alcuni la più vocata. E’ un altro esempio di un’istituzione ecclesiastica che ha tramesso la viticoltura e i saper fare enologico dall’epoca romana a oggi. Non è più però un monastero a tutti gli effetti, non è più un monastero che produce, e ha affidato la produzione a David Moreno un produttore locale di grande fama, tradizionalista, attento a conservare il patrimonio del Monasterio non solo vitivinicolo, ma anche culturale.

Il Roja Reserva è prodotto con uve tempranillo completate con uve garnacha. Il vino è elevato in barrique francesi per 24 mesi. È un rosso complesso che oltre alle note primarie unisce vaniglia, caffè, cioccolato; in bocca è potente e ci piace perché nonostante sia molto complesso possiede una fluida bevibilità.

 

 

Noctiluca Dulce Malaga Moscadel de Axarquia 2021 Viñedos Verticales (foto 7)
Siamo a Malaga, in una località affacciata sul mare. L’Azienda è stata fondata nel 2015, si sviluppa a 1000 metri di altitudine su 10 ettari di vigne molto vecchie anche di 130 anni, e che radicano in suoli poveri, ricchi di scisti, con clima definito da poche piogge.
La verticalità, come riporta il nome dell’azienda, non si riferisce certo al vino, ma alla collocazione dei vigneti posti su rilievi che superano il 45% di pendenza. È pertanto una viticoltura eroica dove il lavoro nel vigneto è interamente manuale supportato dall’impiego di muli. Il vino è prodotto con uve moscato di Alessandria esposte dopo la raccolta al sole per una decina di giorni.

La fermentazione spontanea ha luogo in serbatoi di acciaio inox e, raggiunti i gradi alcolico e zuccherino voluti, è interrotta per raffreddamento. Il vino matura tre mesi in vasche di acciaio. Nel calice riflette colore paglierino caldo con riflessi dorati. Al naso è un tripudio di profumi fruttati, frutti estivi, oltre ad agrumi e a ricordi di gardenia. In bocca la ben dichiarata dolcezza data dall’appassimento è ben equilibrata dallo spunto acido.

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