10lug 2019
RUN THE MIX: IL BARTENDER E L’ESTETICA DEI COCKTAIL
Il mondo della mixology cambia: ai bartender non è più richiesta solo la capacità di riprodurre cocktail codificati
Articolo di: Michele Pizzillo

Con il nuovo talent dedicato al mondo della mixology, Run The Mix, Pernod Ricard ha scoperto il bartender contemporaneo, praticamente fatto di “teoria e pratica, ricerca e intuizione, abilità e spiccato senso estetico, estetica dei cocktail, esplorazione interdisciplinare e sensibilità, creatività e capacità di emozionare”.

 

E i bartender contemporanei, cavalcare la nuova tendenza dell’healthy e sostenere i giovani mixologist. Con un percorso sviluppato in 3 fasi, la prima parte di educational finalizzati al consolidamento della propria preparazione e alla realizzazione di un signature cocktail healthy realizzato con i prodotti Pernod Ricard (Jameson, Chivas, The Glenlivet, Absolut. Vodka, Havana Club, Beefeater, Plymouth, Monkey, Altos e Ramazzotti), con un massimo di 7 ingredienti di cui 2 home made. Fra tutti i partecipanti i 3 brand expert Pernod Ricard hanno selezionato i 5 componenti della propria squadra a rappresentare il nord, il centro e il sud Italia. In ogni squadra doveva esserci un bartender sotto i 30 anni. La terza fase - Let’s Get Togheter – ha richiesto una giornata per definire la strategia vincente sotto la guida del proprio capitano e l’assistenza del proprio guest bartender.


Il resto l’ha fatto il tempo di esecuzione, l’estetica del cocktail, l’arte del garnish, la gestualità e la coreografia del bartender, il gusto e l’aroma, il food pairing ‘azzeccato’, la capacità di relazione ed empatia, la conoscenza del bartending, lo storytelling.

 

E, una giuria insolita (foto 1 la giuria con, nel centro, i Southern Runners ), attenta, esigente, precisa, che ha messo a dura prova i concorrenti pressandoli sotto diversi punti di vista (composta da Francesco Cione, bar manager dell'Octavius di Milano per valutare la tecnica; Marco Sacco, chef stellato patron del Piccolo Lago di Verbania, per giudicare la capacità di sorprendere, esaltare e divertire attraverso il food pairing; Lucia Stragapede fondatrice di Pastichéri, esperta di ‘vendere’ e fidelizzare il cliente; Nelum Francesca Caramini e Gabriele Litta drink stylist titolari di Fluffer Studio per decidere sulla bellezza della presentazione e l’armonia fra estetica e gusto; Alberto Vaccaro, coach certificato dalla World Association of Business Coaches che ha valutato l’empatia con il cliente e la capacità di relazione), a decidere il vincitore del primo Run The Mix che si è svolto presso IT Milano, fra le tre squadre finaliste: Nordic Runners, Middle Runners, Southern Runners che non si sono risparmiate, mettendo in campo un’agguerrita strategia per conquistare l’unconventional jury della 1° edizione del talent Run The Mix di Pernod Ricard.


E’ stato il team Southern Runners (foto 2) a dimostrare di eccellere in tutti questi aspetti che concorrono a definire la poliedrica figura del bartender contemporaneo: Riccardo Russo e Ugo Acampora da Napoli, Giuseppe Milillo da Giovinazzo e i due under 30 Luigi Rosario Grasso da Catania e Giovanni Maffeo da Lecce si sono così aggiudicati l’onore della vittoria del primo talent alla ricerca del nuovo bartender e l’ambito viaggio a Londra alla scoperta del mondo Beefeater e dei locali più cool londinesi dal punto di vista della mixologist. Un team che ha strappato gli applausi attraverso una storia intensa e leggera.

 

Forma e sostanza raccontate tramite un’iconografia sofisticata e pulita, concettuale, avvincente e facilmente decodificabile. Una drink list incentrata sul concetto di tempo sviluppato attraverso tre cocktail rappresentati da tre uccelli icona della giovinezza, dell’adolescenza e della maturità: il Colibrì (foto 3), il Punk (foto 4) e la Civetta (foto 5).

 

Così la giuria ha deciso con le seguenti motivazioni: la perfezione della semplicità del food pairing (Marco Sacco), la potenza evocativa, l’eleganza della presentazione e la bellezza cromatica arricchita da un garnish equilibrato e d’appeal (Fluffer Studio), l’apertura verso il cliente resa concreta dalla libertà data alla giuria di scegliere il proprio cocktail (Alberto Vaccaro), l’abilità tecnica unita al calore e alla passione (Francesco Cione), l’essere un collettivo’ coeso di idee, stili, conoscenze e skills strategiche (Lucia Stragapede).


Ogni team, comunque, ha dimostrato di avere le carte in regola per imprimere una svolta innovativa alla professione del bartender ed essere artefice di un percorso all’avanguardia. Il Nordic Runners, per esempio, si è distinto per la creatività ispirandosi ai dipinti dell’ Arcimboldo per dare vita al visionario BARcimboldo, dove ogni cocktail e il rispettivo food pairing si sviluppava intorno a un ingrediente declinato in varie forme. Il team Middle Runners si è concentrato sul valore simbolico e narrativo degli ingredienti, dall’aneto considerata l’erba che infondeva coraggio ai gladiatori alla camomilla fiore magico capace di fare innamorare e portare fortuna.


Drink List del team Southern Runners

 

1) Colibrì
40 ml di Absolut Elix, 20 ml succo di pompelmo rosa, 5  ml sciroppo di zucchero, 15 ml panna fresca alla mandorla, 15 ml Mole Poblano homemade, 10 ml albume pastorizzato, 2 gocce di acqua di fiori d’arancio, Soda. 
Garnish: grattugiata di cioccolato 
Come finger food: polpetta pollo alla mandorla con Mole Poblano e  pomodoro secco

 

2) Punk
40 ml di Altos Tequila infusa alla banana, 20 ml di gin Monkey 47, 100 ml di acqua di anguria cotta sottovuoto con timo limonato e santoreggia, 20 ml succo di limone.
Garnish : chips di banana
Come finger food: coulis di anguria, mousse di yogurt salato aromatizzato al timo limonato e chips di banana disidratata.

 

3) Civetta
4cl Jameson Black barrel, Fake Vermouth di cabernet, 2 gocce di Angostura, 3 gocce di Pernod, Profumo di rabarbaro sul finale, Zest di limone.
Garnish: timo, Stir & strain attraverso polvere di caffè in tumbler basso con chunk cubo.
Come finger food: cioccolato fondente con sale maldon e chutney di albicocche.

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