14ott 2018
I TRE PINOT NERO VISTARINO | LA CASA DEL PINOT NERO
Articolo di: Fabiano Guatteri

Dal Belvedere, sito da cui si abbracciano con lo sguardo gran parte dei quasi 200 ettari vitati della Tenuta Conte Vistarino Rocca de’ Giorgi  (video 2), si distinguono anche i vigneti di pinot nero destinati alla vinificazione in rosso. Quasi di fronte, Pernice, poi Bertone e Tavernetto. I nuovi impianti sono stati messi a dimora in tempi relativamente recenti. Va però detto che il vitigno non è una novità in Rocca de’ Giorgi in quanto Carlo Vistarino, bisnonno dell’attuale proprietaria Ottavia (foto 1) che gestisce l’Azienda dal 2000, portò dalla Borgogna le barbatelle con le quali produsse, con l’amico Carlo Gancia, il primo spumante brut in Italia. Era il 1865 e quella data è divenuta la denominazione dello Spumante di punta dell’azienda (foto 3).

 

Pernice è un cru vocato tanto che Luigi Veronelli nel 1961 scrisse in Vini d’Italia del “Pinot eccellente della località Pernice, in Comune di Rocca de’ Giorgi, dal bel colore rubino chiaro e dall’intenso bouquet”. E’ il cru più caratterizzato della Tenuta. Reimpiantato nel 1995 si estende su 3,5 ettari a 350-400 metri di altitudine.

 

Bertone è una parcella di pinot nero di 12 anni di età con un’estensione di 1,5 ettari, circondata da macchia boschiva, a 400 metri di altitudine.

 

Tavernetto, con viti di 12 anni si sviluppa su 1,5 ettari a 400 metri slm. Dall’età dei vigneti si evince che questi ultimi due cru dedicati al pinot nero siano stati voluti da Ottavia Vistarino.

 

La Casa del Pinot Nero

 

Le uve pinot nero raccolte nella tenuta sono portate in un’apposita cantina appena ristrutturata, rinnovamento che ha richiesto due anni di lavoro. Facciate a calce, grandi vetrate e tetti neri sono i tratti distintivi dell’edificio costruito nel 1904, con un design all’epoca innovatore e pertanto l’involucro è stato rispettato. L’interno è stato demolito e ricostruito: qui acciaio, ferro grezzo, legno, cristallo sono i materiali ricorrenti. E’ una cantina d’avanguardia, studiata in modo che eventuali migliorie future potranno essere apportate considerata la costante evoluzione tecnologica del comparto. La cantina si sviluppa su 4 piani su una superficie di 3300 metri quadri, dove uve e vino si movimentano sempre per caduta. Comprende locali di vinificazione, di spumantizzazione, di affinamento con sale di degustazione (foto 4), wine shop ed enoteca con bottiglie storiche. Il centro della cantina è la scala elicoidale a cavatappi (foto 5 ) racchiuso in un grande volume di vetro che percorre i 4 livelli dalla barricaia (video 6) ai piani alti. Dall’alto dell’edificio vediamo i serbatoi  di acciaio inox e tini d’acciaio con rivestimento di legno sia internamente sia esternamente (video 7, foto 8 e 9).

 

I tre Pinot Nero

 

Abbiamo degustato le annate 2013 e 2015 dei Pinot Nero cru Pernice, Bertone e Tavernetto.

 

Per quanto riguarda il 2013

 

Pernice (foto 10 ) promette grande longevità; nel calice mostra colore rubino con riflessi granati; al naso conquista per l’eleganza, con sentori floreali, in particolare di viola, di rosa e di piccoli frutti a partire dalla ciliegia, per proseguire con la mora, il ribes nero; si colgono poi ricordi di tabacco, di grani di caffè tostati, di cacao, di pepe nero. In bocca è complesso, sapido, avvolgente dotato di piacevole freschezza con tannini ben levigati, piacevole mineralità, finale lungo e speziato.

 

Bertone (foto 11 ) possiede colore rosso rubino brillante. Profumi di ciliegia, fragola, lampone, di confettura e note speziate. In bocca rivela forte personalità, avvolgente e si colgono freschezza e persistenza con finale fruttato.

 

Tavernetto (foto 12 ) rosso rubino, profuma di mora, di ribes nero, di erbe aromatiche mediterranee come alloro e timo. In bocca palesa piacevole beva: è un vino armonico, complesso, con finale speziato che conquista il palato, forse meno avvolgente degli altri due cru, ma con forte nota empatica.

 

Del 2015, annata non ancora in commercio, abbiamo apprezzato questi vini in divenire in cui si colgono già i tratti caratteristici avvertiti nell’annata 2013 e lasciano supporre che raggiungeranno felicemente la maturità (foto 13-14 e15).

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