08nov 2017
CONTAMINAZIONI/3: MONDO AGRICOLO E ARTE – LE TRE SOGLIE DI CÀ CORNIANI
Articolo di: Clara Mennella

Da alcuni anni il mondo del food e quello delle produzioni vinicole vengono sempre più spesso abbinati e messi in connessione con altre forme di produzione, comunicazione e arte, perché si è capito che anche produrre un buon vino o un piatto gourmet sono operazioni che vanno oltre la manualità e l’artigianalità e richiedono estro, coraggio, creatività, intuito e tanta passione. Ecco che allora vengono fatti sfilare abiti couture con applicazioni e inserti di prodotti alimentari, con i quali a volte si creano anche originali accessori e gioielli, ecco che avanzano pittori che utilizzano per i loro quadri caffè, cioccolato o mosto d’uva, ecco che molti ristoranti di livello si trasformano in gallerie d’arte e tanti esempi ancora, senza limite all’ispirazione e alla fantasia. “La più grande realtà agricola italiana, che abbraccia 15 aziende e con una storia ricchissima di significati ma ancora attuale grazie all’innovazione e alla sperimentazione che hanno caratterizzato il suo percorso.” Queste sono le parole che ha usato Giancarlo Fancel, Presidente di Genagricola e CFO Generali Italia per introdurre la serata di premiazione del Concorso Artistico Internazionale per Le Tre Soglie  di Ca’ Corniani, la storica tenuta sorta sulla bonifica del territorio nell’entroterra di Caorle. Il Concorso denominato “Ca’ Corniani – Terra d’avanguardia” si è dato l’obiettivo di valorizzare il territorio, legandolo all’arte che è una meravigliosa leva per la riqualificazione grazie all’impatto emozionale e al suo linguaggio di alto valore culturale. Un territorio enorme, a perdita d’occhio, vasto, orizzontale, libero nato dalla prima e più grande bonifica della storia d’Italia che in una ventina d’anni ha trasformato una palude vicina al mare di Caorle, in una grande azienda agricola produttiva. Un grande paesaggio libero da confini, delimitato dal corso di tre fiumi e con oltre 1.700 ettari di colture che da oggi avrà simbolicamente tre punti di accesso, le tre soglie appunto, che sono state volute come opere d’arte, istallazioni suggestive e significative che saranno un anello di congiunzione fra la terra e l’effimero, consapevoli che: “L’arte è uno strumento fondamentale per la valorizzazione del territorio” come ha sottolineato Marco Sesana, Country Manager e Ad Generali Italia, durante la serata di premiazione. Gli altri interventi sono stati di Alessandro Marchionne, Ad Genagricola, Andreas Kipar, Founding Partner e Ceo Land che ha sottolineato: “L’Italia è ricca perché sono ricchi i suoi territori”, Elena Tettamanti, Presidente Eight Art Progect e curatore artistico, Antonella Soldaini, curatore artistico. Tutti concordi nell’assegnare la vittoria del concorso ad Alberto Garutti (foto 4) con le seguenti motivazioni: “Per la capacità del progetto di dare forma a una lettura dei luoghi densa e profonda, creando un dispositivo di interpretazione che attribuisce alle Tre Soglie di Cà Corniani forme e narrazioni differenti. In questo modo le soglie diventano per la tenuta tre luoghi specifici, ognuno con una sua diversa identità. Per la scelta dell’artista, inoltre, di lavorare direttamente sul patrimonio architettonico di Cà Corniani attraverso frammenti a cui il suo intervento attribuisce un significato nuovo, potente e monumentale.Le tre opere immaginate possiedono le potenzialità per reinterpretare e arricchire la tenuta agricola, e soprattutto creare nuove relazioni rileggendo il territorio in maniera articolata. La sfilata degli animali, il dispositivo atmosferico e la nuova copertura dorata sono il riflesso autonomo dell’artista ma anche il frutto dell’interazione con il paesaggio e i suoi abitanti.”

Queste le tre opere:

una grande scritta di luce (foto 1) su una struttura metallica di sostegno che si accende in corrispondenza della caduta di un fulmine sul territorio italiano grazie ad un dispositivo di regolazione dell’intensità del CESI (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano);

cinque ritratti scultorei (foto 2 ) in resina acrilica e polvere bianca di marmo dei cavalli e dei cani che vivono nel podere. Queste presenze immobili e familiari voglio essere dei simbolici custodi del paesaggio.

infine un tetto dorato (foto 3) per far splendere e valorizzare Cà Cottoni, il grande casale oggi abbandonato ma che in passato è stato un luogo fondamentale per la storia sociale della comunità agricola. 

 Emozionante la spiegazione di Garutti alla incantata platea: “Queste luci vibreranno quando in Italia un fulmine cadrà durante i temporali. Quest’opera è dedicata a chi passando di qui penserà al cielo.”

 

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