01nov 2020
CANTINA LAVIS: UN PATRIMONIO VITIVINICOLO COLLETTIVO AD ALTA VOCAZIONE TERRITORIALE ( 1/2 )
Articolo di: Laura Biffi

Cantina Lavis (foto 1) è un vero e proprio patrimonio vitivinicolo collettivo nel cuore del Trentino e costituisce l’anima di uno dei territori più vocati alla vite.

 

Cantina Lavis nasce nel 1850 ad opera della famiglia Cembran, ad oggi sono oltre 750 gli ettari di vigna distribuiti su un territorio molto ampio e con diverse sfaccettature geologiche e climatiche che va dalle colline intono a Lavis, alla Valle di Cembra alla Vallagarina, fino all’ Alto Adige. 800 sono i soci che fanno parte della grande famiglia di Cantina Lavis che lavorano con estrema attenzione e un approccio che potremmo definire “paziente”.

 

Saper aspettare, conoscere e interpretare, sono valori che tutti i membri della cantina, dai soci ai tanti collaboratori, mettono in pratica ogni giorno, grazie all’aiuto degli agronomi e al continuo confronto in campo. Il rispetto della natura e dei suoi tempi, della materia prima e delle caratteristiche che il territorio riesce a donarle si traducono coerentemente sia in vigna sia in cantina, contenendo il più possibile interventi che possano snaturare il risultato finale, facendo ricorso a pratiche in cui tutte le differenti fasi di vinificazione mirano a conservare le peculiarità delle uve e dei territori di origine.

 

Uno dei capisaldi della qualità dei vini della Cantina Lavis è rappresentato da un progetto di zonazione, avviato negli anni ‘80 e denominato “il vitigno giusto al posto giusto” che attraverso lo studio approfondito delle caratteristiche e della morfologia del suolo, ha reso possibile l’individuazione del vitigno più adatto ad ogni terreno creando una preziosa “carta dei suoli”, in cui è possibile visualizzare le caratteristiche pedologiche del territorio. Partendo dalla mappatura dei suoli è stata individuata la vocazionalità di ogni singola area al fine di valorizzare ciascuna vigna ed ottenere nei vini quelle caratteristiche del territorio che li rendono unici.
Le uve coltivate sono per l’80% a bacca bianca come lo Chardonnay, il Pinot Grigio e il Müller Thurgau, il restante 20% è a bacca rossa e comprende vitigni autoctoni come la Schiava, il Teroldego e il Lagrein insieme a vitigni internazionali come il Pinot Nero e il Merlot.

 

Fattori di grande attenzione alla Cantina Lavis sono la sostenibilità e l’innovazione che hanno portato alla nascita di Progetti TrentoDoc, Bio e Qualità che coinvolgono tutti i soci nell’impegno di un valore – la mutualità – che appartiene alla nascita del movimento cooperativo. Questo spirito, unito alla determinazione di esaltare le specificità, le bio-diversità dei territori e dei vitigni e alla riduzione dell’impiego dei fitosanitari di sintesi al fine di salvaguardare l’equilibrio tra agricoltura e tutela dell’ambiente, sono un costante elemento distintivo di tutta la produzione della Cantina Lavis.

 

Un ulteriore passo in questa direzione si ha oggi con il Progetto Bronner che nel 2018 ha portato alla produzione dell’omonimo vino nato dall’incrocio tra varietà di vitigni resistenti al freddo e alle malattie fungine (PIWI). L’ottima resistenza del Bronner  permette di ridurre al massimo gli interventi necessari per combattere eventuali infezioni nel vigneto, in linea con la filosofia produttiva amica dell’ambiente e della salute da sempre sposata dalla cantina.

 

Cantina Lavis non è dunque solo valorizzazione del territorio, ma anche e soprattutto impegno sul lavoro dell’uomo, che si integra in esso rispettandone le caratteristiche naturali e arrivando a coltivare la vite spesso in condizioni estreme riuscendo a farle esprimere le sue peculiarità più pregevoli che si traducono poi nella qualità dei vini. 

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